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Storia della Lavorazione del Vetro

Il Vetro e L'Uomo nella Storia

Nonostante il processo che porta alla creazione di un materiale così interessante sia notevolmente raffinato e delicato, il vetro era già noto in tempi antichissimi: uno dei reperti più antichi è stato infatti ricollegato alla Mesopotamia del III millennio a.C., mentre il primo oggetto di manifattura risalirebbe al II millennio a.C., quando, nell'antico Egitto, si iniziarono a creare stoviglie, utensili e monili in vetro.

Il millennio successivo, invece, vide nascere la tecnica del soffiaggio come nuovo metodo di lavorazione del vetro. Il diffondersi della tecnica del soffiaggio, poi, non fece che allargare enormemente il mercato del vetro poiché gli oggetti in vetro, così lavorati, divennero meno rari, meno costosi e, di conseguenza, più comuni.

Vasi e bottiglie in vetro (molto spesso di colore verde a causa delle impurità ferrose presenti nella sabbia utilizzata) spopolarono presso la cultura Romana ed i ritrovamenti fanno presupporre che le piccole isole nei pressi di Venezia rivestissero già un ruolo centrale nella lavorazione del vetro.

Alcuni aspetti delle tecniche produttive, così come i precedenti tentativi di apportare delle migliorie alla composizione del vetro, vennero poi rimpiazzati dall'ennesima scoperta in campo vetrario; questa volta, l'innovazione venne dal nord Europa dove, per abbassare il punto di fusione del vetro, infatti, al posto della soda, che rendeva il vetro solubile in acqua, si iniziò ad utilizzare la potassa: materiale notevolmente più conveniente e facilmente reperibile.

L'area mediterranea, tuttavia, mantenne viva la tradizione e l'uso della soda, dando così luogo a notevoli differenze tra i vetri del nord e quelli del sud Europa.

Altra innovazione derivante dall'Europa settentrionale o, meglio, dalla Germania, fu la tecnica per la produzione di lastre di vetro per soffiatura, le quali venivano ottenute stirando le sfere in cilindri e, mentre questi erano ancora caldi, tagliandoli in lastre che sarebbero poi state appiattite.

Nel corso del XIII secolo, questa tecnica venne perfezionata dagli artigiani veneziani che si dedicarono sempre più alla produzione di oggetti di lusso quali specchi e stoviglie.

La grande maestria veneziana, successivamente, si diffuse poi in tutta Europa a causa o, per meglio dire, grazie alle numerose migrazioni degli artigiani italiani.

Il vetro rimase comunque un elemento prezioso ed un materiale decorativo di grandissimo valore fino alla fine del XVII secolo, data in cui la tecnica lavorativa ed i segreti degli artigiani non furono più un segreto.

La storia di questo materiale o, meglio, della sua lavorazione fu poi segnata da un rapido susseguirsi di avvenimenti: nel 1827 venne inventata la pressa per vetro, nel 1920 si sviluppò un nuovo metodo di stampaggio diretto delle decorazioni sul vetro e nel 1930 il crescente utilizzo dei vetri colorati vide ingigantirsi il mercato del vetro.

Tutti questi fattori, infatti, oltre a consentire una produzione di massa di oggetti in vetro, permise anche di velocizzare il processo di lavorazione e di abbattere i costi di produzione, con una conseguente diminuzione del costo finale del prodotto.

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